Esiste una realtà che opera silenziosamente ma con straordinaria efficacia, colmando le lacune lasciate dalle istituzioni e dal mercato. È uno spazio in cui la solidarietà si intreccia con l’innovazione, offrendo risposte concrete ai bisogni della collettività.
Lontano dalla rigidità delle istituzioni pubbliche e dalle logiche di profitto del mercato, il terzo settore si configura come uno spazio di sperimentazione, capace di ridefinire i confini tra pubblico e privato, tra assistenza e partecipazione attiva.
La sua capacità di adattarsi alle emergenze e di individuare soluzioni alternative lo rende un attore essenziale nella costruzione di un nuovo modello di welfare. Durante la pandemia di COVID-19, molte organizzazioni hanno dimostrato un’incredibile reattività, reinventando servizi e strategie per continuare a supportare le comunità più fragili, rendendo evidente come il terzo settore non sia solo un complemento all’azione pubblica, ma una forza propulsiva che spesso anticipa le istituzioni nella lettura dei bisogni emergenti e nell’elaborazione di risposte efficaci.
La sua vocazione non si esaurisce nella solidarietà intesa come semplice assistenza, ma si estende alla capacità di generare inclusione e sviluppo. Le cooperative sociali, ad esempio, non si limitano a offrire un impiego a soggetti svantaggiati, ma trasformano il concetto stesso di lavoro, dimostrando come la produttività possa coniugarsi con valori di equità e sostenibilità.
Secondo i dati ISTAT, in Italia si contano oltre 360.000 enti impegnati nel terzo settore, con più di 850.000 lavoratori e un numero ancora più vasto di volontari. Un tessuto vivo e dinamico, capace di intervenire con rapidità ed efficienza nelle situazioni di emergenza e di costruire, nel tempo, modelli di assistenza più inclusivi.

L’assetto normativo del settore è stato ridefinito dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), che ha introdotto criteri chiari per il riconoscimento e il funzionamento delle organizzazioni, istituendo il Registro Unico Nazionale (RUNTS) e promuovendo maggiore trasparenza nella gestione economica. Secondo un rapporto del Censis del 2022, il 78% degli italiani ritiene che queste realtà dovrebbero ricevere un sostegno più incisivo da parte dello Stato, per continuare a svolgere la loro funzione sociale con stabilità e continuità.
Per essere riconosciuta come parte del sistema, un’organizzazione deve perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, operando senza scopo di lucro e destinando eventuali utili al raggiungimento degli obiettivi statutari. I campi d’azione spaziano dall’assistenza sociale alla tutela dell’ambiente, dalla promozione culturale allo sport, fino alla difesa dei diritti fondamentali. Alcune realtà emblematiche testimoniano la varietà e la profondità dell’impegno nel settore: Legambiente si batte per la salvaguardia dell’ecosistema attraverso campagne di sensibilizzazione e azioni concrete di bonifica ambientale; Emergency porta cure mediche gratuite nei contesti di guerra e povertà, laddove le istituzioni pubbliche non riescono ad arrivare; Caritas offre supporto con mense, dormitori e assistenza sociale; la Croce Rossa Italiana interviene in situazioni di emergenza umanitaria e sanitaria; Banca Etica finanzia progetti sociali e ambientali attraverso strumenti di microcredito; CSVnet, la rete dei Centri di Servizio per il Volontariato, fornisce supporto alle associazioni nella loro organizzazione e formazione, dimostrando la capacità di queste realtà di collaborare con enti pubblici e privati per rendere più efficace e inclusivo il sistema di assistenza.
Oltre alla dimensione solidale, Il terzo settore rappresenta un potente motore di innovazione sociale. Molte realtà stanno sperimentando nuovi modelli di welfare, sfruttando tecnologie digitali, economie collaborative e progetti di rigenerazione urbana per affrontare le sfide sociali con soluzioni sostenibili e partecipative. Un esempio è il progetto “Welfare di Comunità” della Fondazione Cariplo, che ha coinvolto cittadini, aziende e istituzioni locali nella creazione di reti di supporto per anziani e famiglie in difficoltà. Allo stesso modo, diverse cooperative sociali stanno sviluppando piattaforme digitali per migliorare l’accessibilità e l’efficienza dei servizi di assistenza domiciliare.
Ciò testimonia la volontà di superare modelli assistenzialistici obsoleti, rendendo i servizi più accessibili e personalizzati come Banca Etica e altre realtà finanziarie alternative che dimostrano come l’economia può essere declinata in chiave sociale, finanziando progetti con un impatto concreto sulle comunità.
Per garantire la sostenibilità del terzo settore, è fondamentale adottare un approccio integrato che coinvolga diversi attori. Gli incentivi alle imprese, come agevolazioni fiscali e programmi di responsabilità sociale d’impresa (CSR), possono favorire la collaborazione tra mondo profit e non profit.
Un sostegno economico e fiscale più strutturato, con finanziamenti stabili e procedure burocratiche semplificate, permetterebbe a queste realtà di operare con maggiore continuità ed efficacia.
Allo stesso tempo, è cruciale stimolare la partecipazione attiva delle nuove generazioni, attraverso programmi educativi e percorsi di formazione dedicati, che valorizzino il ruolo del no-profit e incentivino l’impegno civico. Parallelamente, un maggiore slancio al volontariato, tramite campagne di sensibilizzazione e la creazione di modelli più flessibili di coinvolgimento, contribuirebbe a rafforzare la rete di sostegno territoriale.