L’impatto della Telemedicina e dell’avvento dell’intelligenza Artificiale

Prima di capire l’impatto delle nuove tecnologie nel settore sanità, è doveroso raccontare soprattutto la nascita e le differenti contestualizzazioni della Telemedicina.

Il concetto di telemedicina nasce intorno agli anni 1903 con approcci molto rudimentali legati all’elettrocardiografo uno strumento che sfruttava le tecnologie legate all’imminente uscita sul mercato del telegrafo e consentiva la trasmissione di un tracciato cardiologico da un luogo all’altro. Continuando con il progresso poi negli anni ‘50 non solo si è potuto trasmettere referti come elettrocardiogrammi ma anche elettroencefalogrammi dagli Stati scandinavi a Stati Uniti, Canada, Australia. Nel ’74 con l’ingresso della telematica nel piano sanitario si inizia a vedere questo nuovo approccio come un sistema di implementazione soprattutto inerente ad integrazione di sistemi e reti di comunicazione al fine di migliorare qualità, accessibilità ed efficienza dei sistemi stessi. Qualche anno dopo il Giappone si interessò a questo concetto al punto di aprire negli anni ottanta un centro MEDIC DC destinato allo sviluppo di sistemi informatici rivolti alla medicina.

In Europa l’interesse per questa branca è arrivato tardivo a metà anni 80. Nel nostro paese si possono ricordare tra le prime sperimentazioni quelle di Bologna nel 1976 effettuate dalla Fondazione Marconi relativamente alla tele-elettrocardiografia su linee telefoniche commutate, le quali consentivano di rilevare per via trans-telefonica gli elettrocardiogrammi direttamente dall’ospedale al domicilio del paziente senza che il cardiologo si recasse presso lo stesso.

Ma ad oggi come è definita?

Se ci focalizziamo sulle odierne definizioni di ogni ente, organizzazione e comunità possiamo vedere come la percezione della stessa a seconda sia differente a seconda del contesto:

  • La Comunità Europea in accordo con il documento sulle prospettive di sviluppo della telemedicina in Europa la definisce come: “integrazione, monitoraggio e gestione dei pazienti nonché educazione dei pazienti e del personale, attraverso sistemi che consentano un pronto accesso alla consulenza di esperti ed alle informazioni del paziente, indipendentemente da dove paziente o informazioni ad esso collegato risiedano”.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) invece definisce la telemedicina, nel corso del meeting “Healf telematic Policy”, come: “erogazione dei servizi sanitari, quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni, al fine di scambiare informazioni utili alla diagnosi, al trattamento ed alla prevenzione delle malattie per garantire un’informazione continua agli erogatori di prestazioni sanitarie e supportare la ricerca e la valutazione della cura”.
  • L’FDA, l’ente governativo americano definisce le apparecchiature utilizzate in telemedicina come: ”l’offerta di cure sanitarie e di servizi di consulenza sanitaria al paziente e la trasmissione a distanza di informazioni sanitarie usando tecnologie delle telecomunicazioni’’ che comprende: – servizi clinici di prevenzione, diagnosi e terapia – servizi di consulenza e follow-up – monitoraggio remoto dei pazienti – servizi di riabilitazione 8 – educazione dei pazienti”.

Indipendentemente da tutte le possibili definizioni, sicuramente il pensiero comune é l’idea che siano le informazioni e la loro trasmissione in tempo reale a spostarsi e non il paziente. Ovviamente tutto questo processo, veicolato dal medico, avviene grazie a sistemi di comunicazione di tipo telematico/informatico.

Gli obiettivi che deve rispettare la telemedicina sono:

  • Migliorare la qualità di vita del paziente
  • Agevolare il lavoro del personale sanitario
  • Incrementare efficienza e produttività del sistema sanitario

Ma nel 2024 dopo un pandemia che ha rappresentato un big bang che ci ha costretto a ripensare i mezzi attraverso il quale riuscire a svolgere un lavoro, che cosa può consentirci di applicare al meglio la telemedicina? Sicuramente i mezzi legati all’IA.

L’intelligenza artificiale (IA) consiste in un insieme eterogeneo di tecniche e metodi volti a costruire sistemi artificiali dotati di capacità cognitive, che siano quindi capaci di riconoscere, classificare, ragionare, diagnosticare e anche agire, o che siano dotati almeno di alcune di queste proprietà. Ma quali sono le aree che stanno traendo vantaggio da questo utilizzo?

IMAGING MEDICO

L’interpretazione delle immagini diagnostiche come radiografie, risonanze magnetiche e tomografie computerizzate sono state completamente rivoluzionate con l’avvento dell’IA. Esistono infatti degli algoritmi di deep learning che possono analizzare queste immagini con una precisione straordinaria, aiutando i radiologi nella rilevazione precoce delle malattie e nella diagnosi, ad esempio individuando anomalie che potrebbero sfuggire all’occhio umano. Ciò accelera non solo la diagnosi e quindi l’eventuale protocollo terapeutico.

SCOPERTA E SVILUPPO DI NUOVI FARMACI

La scoperta di nuove molecole da usare come farmaci, grazie all’IA avviene analizzando enormi set di dati in brevissimo tempo, arrivando così all’identificazione di potenziali candidati farmacologici. Inoltre ancora più straordinario si potrà prevedere l’efficacia. Questi modelli di apprendimento hanno consentito soprattutto durante la pandemia COVID-19 di ricercare trattamenti e vaccini.

MEDICINA PERSONALIZZATA

Dalle ricerche dell’ultimo decennio ciò che risulta estremamente chiaro è l’andamento sempre più delineato verso una medicina personalizzata. Gli studi di epigenetica hanno dato una spinta fortissima per il progresso in questo ambito. Gli algoritmi di IA, infatti, possono analizzare grandi moli di dati dei pazienti, inclusi le informazioni genetiche, la storia clinica e le informazioni sullo stile di vita, per creare piani di trattamento personalizzati. Da queste analisi saranno generati dei dati per paziente su cui l’IA può aiutare ad ottimizzare la scelta dei farmaci, il dosaggio e le strategie di trattamento, migliorando gli esiti terapeutici e riducendo gli effetti collaterali.

PREVISIONE DELLE MALATTIE E INTERVENTI PRECOCI

L’IA può prevedere anche il rischio di malattia grazie all’analisi dei dati dei pazienti e identificando pattern e fattori di rischio. Ad esempio, esistono degli algoritmi di apprendimento automatico che possono analizzare i fascicoli clinici e riescono a prevedere la probabilità di sviluppare malattie croniche come il diabete o le malattie cardiache. Questi strumenti riescono ad aiutare gli operatori sanitari che possono utilizzare queste informazioni per intervenire precocemente, offrendo misure preventive e interventi personalizzati per gestire o mitigare la progressione della malattia.

SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE

L’IA permette di rilevare e monitorare focolai di malattie infettive in tempo reale analizzando articoli di notizie, post sui social media e dati di sorveglianza. L’IA, inoltre, è in grado di analizzare grandi quantità di dati in modo più rapido ed efficiente rispetto agli operatori umani, consentendo una risposta più tempestiva alle minacce per la salute pubblica.

Come si comprende da questi molteplici esempi l’applicazione delle IA strumento se vogliamo della telemedicina stanno rivoluzionando il mondo sanitario, dall’assistenza clinica alla ricerca e allo sviluppo di farmaci, alla possibilità di operazioni a distanza, promettendo, pur non senza rischi, di migliorare la precisione delle diagnosi, di personalizzare i trattamenti in base alle esigenze dei singoli pazienti e di prevedere e prevenire malattie in modo più efficace.

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