Nel cuore della trasformazione del sistema educativo italiano c’è una sfida precisa: rendere la scuola un ponte concreto verso il mondo del lavoro. In questo contesto, strumenti come l’Impresa Formativa Simulata (IFS) e l’alternanza scuola-lavoro – oggi formalmente noti come Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) – giocano un ruolo strategico. Non si tratta più solo di “fare esperienza”, ma di costruire competenze, mentalità e attitudine imprenditoriale in un ambiente protetto ma realistico.
L’impresa formativa simulata: un’esperienza immersiva.
L’Impresa Formativa Simulata è un modello didattico innovativo che trasforma la classe in un’impresa, offrendo agli studenti l’opportunità di vivere in prima persona tutte le dinamiche aziendali. Dalla costituzione della società alla definizione del business plan, dalla gestione amministrativa alla comunicazione, gli studenti ricoprono ruoli precisi e lavorano in team, simulando scenari reali ma senza i rischi dell’impresa vera.
A differenza delle lezioni teoriche, qui l’apprendimento è attivo, coinvolgente e soprattutto orientato al fare. L’obiettivo non è solo imparare cosa fa un’impresa, ma come si fa impresa. E in un mondo in cui l’autonomia, la proattività e la capacità di risolvere problemi sono fondamentali, l’IFS rappresenta una palestra ideale per lo sviluppo di competenze trasversali e spirito imprenditoriale.
L’alternanza scuola-lavoro: da obbligo a opportunità
Introdotta nel 2015 con la Legge 107, l’alternanza scuola-lavoro è stata spesso oggetto di critiche e incomprensioni. Tuttavia, nella sua forma più evoluta – i PCTO – rappresenta oggi un’occasione concreta per avvicinare il mondo dell’istruzione a quello produttivo. Il successo di questi percorsi dipende dalla qualità delle esperienze proposte e dalla sinergia tra scuole e aziende.
Quando ben strutturati, i PCTO permettono agli studenti di sperimentare ambienti lavorativi veri, acquisire consapevolezza delle proprie inclinazioni e comprendere come applicare le conoscenze scolastiche nella realtà. L’impresa formativa simulata, in questo senso, può essere integrata con l’alternanza, offrendo un’esperienza ancora più completa: prima si simula, poi si mette in pratica sul campo.

Le imprese formative simulate non sono esercizi astratti. Spesso sono affiancate da partner reali – aziende, professionisti, enti – che offrono supporto, mentoring e confronto con la realtà del mercato. È proprio questa contaminazione tra scuola e impresa a rendere l’esperienza formativa autentica.
Inoltre, grazie all’uso delle tecnologie digitali, oggi è possibile creare simulazioni altamente realistiche: piattaforme di e-commerce simulate, software per la gestione contabile, strumenti di marketing digitale. Gli studenti imparano a usare gli strumenti del mestiere, acquisendo competenze concrete e spendibili nel mondo del lavoro.
L’Italia è tra i Paesi europei con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione). In questo scenario, strumenti come l’impresa formativa simulata e i PCTO non sono semplicemente “buone pratiche scolastiche”: sono leve strategiche per prevenire l’abbandono scolastico, valorizzare i talenti e preparare i giovani ad affrontare il mercato del lavoro con maggiore consapevolezza e competenze.
I dati lo dimostrano: i giovani che partecipano a percorsi di alternanza strutturati e coerenti con il proprio indirizzo di studio hanno maggiori probabilità di trovare lavoro entro un anno dal diploma. E le imprese che collaborano attivamente con le scuole hanno l’occasione di formare le competenze di cui avranno bisogno in futuro, creando un legame virtuoso con il territorio.

Per funzionare, questo modello richiede un cambiamento di mentalità anche all’interno della scuola. Il docente non è più solo trasmettitore di saperi, ma diventa facilitatore di esperienze, mentore e coordinatore di progetti. L’istituzione scolastica si apre al mondo esterno, costruisce alleanze e diventa protagonista attiva nello sviluppo del capitale umano del Paese.
È un salto culturale, ma anche una straordinaria occasione per ridare senso alla scuola e motivazione agli studenti, spesso disorientati da un sistema scolastico che sentono lontano dalla realtà.
L’impresa formativa simulata e l’alternanza scuola-lavoro rappresentano due strumenti complementari per un unico obiettivo: preparare i giovani ad affrontare il futuro con strumenti concreti, visione strategica e capacità di adattamento. In un mondo del lavoro in continua trasformazione, l’Italia ha bisogno di scuole che non solo insegnino, ma formino.
Per questo, investire in esperienze formative di qualità, promuovere la cultura d’impresa e rafforzare i legami tra scuola e territorio non è solo un dovere educativo, ma un investimento strategico per la crescita del Paese. Perché ogni studente formato oggi è un imprenditore, un lavoratore o un cittadino consapevole domani.